“venite pure avanti,
voi con il naso corto,
signori imbellettati,
io più non vi sopporto
infilerò la penna
fin dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada
vi uccido quando voglio.“
Canta queste parole un Guccini arrabbiato con persone troppo attente all’apparenza e all’apparire, piene solo di immagine, ma senza valori e sogni da difendere.
Nel primo verso si trovano già due metafore con cui il cantautore affronta i suoi “nemici”:
“infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio”
La penna è l’unica ma potentissima arma di cui dispone e la utilizza per ferirli in ciò che più li rappresenta. La metafora di infilare riesce a trasmettere perfettamente l’intento e a concretizzare l’orgoglio delle persone in modo da provocare quasi un dolore fisico col gesto.
Prosegue poi:
“perché con questa spada vi uccido quando voglio”
Che la lingua possa ferire più di una spada è noto e l’intento è proprio quello: annientare anche solo in senso figurato quelle persone, uccidendole con parole che riescono a far sentire una persona infima, anche senza bisogno di un affronto fisico.